quando ero piccola io, si parla di molti anni fa, a Natale i regali erano pochi e principalmente ricevevo dei libri di favole. Ricordo "Piccole Donne" , e un libro di favole di Andersen. Fra quelle favole, ricordo che una in particolare mi aveva colpito tristemente. Non vi era il finale con principi azzurri ne' "vissero felici e contenti".
Nessuna redenzione, niente fate, ne bacchette magiche, niente di niente !
Credo di aver detestato Andersen e aver voluto cambiare la fine di quella favola.
Era un piccolo racconto e s'intitolava:
LA PICCOLA FIAMMIFERAIA
H.C. Andersen
Era la sera di Natale fuori nevicava e soffiava un vento gelido. Sotto la neve, c’era una bambina che vagava solitaria, senza scarpe e senza berretto. In verità, quando era uscita di casa, aveva un paio di ciabatte, che erano state della sua mamma ed erano troppo grandi: una l’aveva persa per schivare due carrozze che correvano di gran carriera e l’altra gliel’aveva portata via un ragazzo, per scherzo. Così, la bambina camminava con i piedini congelati.
In grembo, teneva due scatole di fiammiferi che avrebbe dovuto vendere. Purtroppo, però, faceva così freddo che la gente era rimasta chiusa in casa, e così non era riuscita a vendere nemmeno un fiammifero. La piccola fiammiferaia non poteva nemmeno tornare a casa, così a mani vuote: suo padre l’avrebbe picchiata.
La bambina si rannicchiò nell’angolino formato da due case; prese uno dei suoi fiammiferi e lo strofinò contro il muro, per riscaldarsi un poco. Il fiammifero si accese di una luce bizzarra, come fosse una stufa di ferro, che scoppiettava allegramente. La piccola allungò i piedi, per avvicinarli al fuoco, ma il fiammifero si spense e lei si trovò sola al freddo, con un fiammifero bruciato tra le dita.
La bambina accese un secondo fiammifero: alla luce, le parve di vedere una tavola imbandita con un’oca arrostita ripiena di mele e prugne. La piccola si alzò per avvicinarsi al banchetto, ma anche quel fiammifero si spense e lei si trovò a camminare nella neve gelida.
“Ancora uno!” disse la bambina, e accese un terzo fiammifero. Questa volta, nella luce, immaginò di trovarsi di fronte un enorme albero di Natale, con centinaia di candeline che scintillavano tra le sue fronde.
Quando il fiammifero si spense, le candeline volarono in cielo, ed ecco la volta stellata: la bambina ripensò alla sua nonna, che era volata in cielo tanto tempo prima; accese un quarto fiammifero, strofinandolo sul muro. Ed ecco, nella luce, comparve la sua nonna, con uno scialle sulle spalle e il suo lungo grembiule.
“Nonna!” gridò la piccola, cercando di abbracciarla “portami con te! Presto sparirai anche tu, come la stufa, l’oca arrosto e l’albero di Natale. Portami con te”. La piccola fiammiferaia accese uno dopo l’altro tutti i fiammiferi che le rimanevano: la luce si fece sempre più forte, sembrava rischiarare l’intera città. La nonna prese in braccio la sua bambina e insieme volarono in cielo, tra le braccia di Dio.
Il giorno dopo, i passanti trovarono la bambina senza vita, rannicchiata tra due case, con il sorriso tra le labbra. “Poverina” pensarono “avrà provato a riscaldarsi un poco con i fiammiferi”.
Io avrei concluso così (chiedendo scusa al grande scrittore):
La piccola fiammiferaia stava per mettersi a piangere quando vide una bella signora con un bambino per mano andarle incontro.
“Ciao piccola” disse la bella signora “perché sei qui al freddo da sola?”
“Vendo fiammiferi, ma per scaldarmi li ho accesi quasi tutti; tornerò a casa senza soldi e il mio patrigno mi picchierà”.
Gli occhi della signora si riempirono di dolcezza. “Io ho un’altra idea: vuoi venire a passare il Natale da noi? Sono giorni e giorni che ti guardo e ho deciso che, se vorrai, la nostra casa sarà la tua da ora in poi. Ti va?”
La piccola fiammiferaia, incredula, rispose di sì. Quello fu per lei il primo di molti Natali felici, passati insieme alla sua nuova famiglia.
Alle favole possiamo cambiare i finali e portarli dove vogliamo noi, ma purtroppo nella realtà non è così, per molti bambini nel mondo il Natale non arriva e restano nella sofferenza della fame e delle guerre volute dai grandi .

Brava Verbena, il tuo finale mi piace molto di più ma sono certa che ai bambini piace il finale triste del grande Andersen. Buona domenica e buon Natale a te e a tutti coloro che ti stanno a cuore.
RispondiEliminasinforosa
"La piccola fiammiferaia " era una delle mie fiabe preferite e chiedevo spesso a mia mamma di leggermela. Mi faceva piangere, mi commuovevo sempre per quel triste finale. Certo , quello proposto da te è molto meglio ma è solo una favola. Nella realtà, molti bambini passeranno un altro triste Natale. Auguri e saluti.
RispondiEliminaAndersen sapeva come toccare il cuore.
RispondiEliminabuon Natale e felice anno nuovo, ti abbraccio Verbena!
Me encanta esta historia, tanto tanto... haz hecho un final y creo que imaginas que tú eres esa señora
RispondiEliminaBaci