lunedì 1 novembre 2021

Novembre2021/ Un Tè con...

Buongiorno,

 la famiglia in genere e specialmente una famiglia unita, è una grande risorsa verso il successo. Quando c'è coesione e sentore di appartenenza tra i membri si crea un'unione nel portare avanti le radici e il rispetto delle tradizioni familiari. Comincia così la storia di tre sorelle: Zoe, Micol e Giovanna.

Sono loro le gentili signore che ospitiamo oggi nella rubrica:


Le Sorelle della Moda




- Signora Micol Fontana,  Lei ha sempre avuto un carattere determinato e tenace, vuole parlarci lei della vostra infanzia e come siete cresciute, insieme alle sue sorelle,  in quella piccola azienda artigianale ereditata dalla nonna?

- Siamo nate a Traversetolo in provincia di Parma, Zoe nel 1911, Io nel 1913 e Giovanna nel 1915, tra la cucina genuina della pasta fatta in casa e le buone maniere ereditate dai nostri genitori.

- I vostri caratteri erano molto diversi ma questo, forse, compensava e rafforzava la vostra unione?

- Mia sorella Zoe la maggiore,  è stata una grande lavoratrice, responsabile e pragmatica, la prima a trasferirsi a Roma a lavorare per una grande sartoria. Giovanna, la più piccola era timida e remissiva. Tra noi, sicuramente,  io ero quella dal temperamento più forte e volitivo; quando mi prefiggevo un obiettivo non mi fermava nessun ostacolo compresa la disapprovazione e le punizioni di mia madre con la quale avevo un rapporto ambivalente di grande amore e di grande conflittualità.

- La vostra professione non nasce ex novo ma si è sviluppata attraverso le due generazioni precedenti.

- Nel nostro lavoro ha contribuito certamente la stabilità di base e  il bagaglio di esperienza tramandato da nostra madre e nostra nonna, tutto ha contribuito a creare quegli intrecci armonici che sono stati gli abiti del futuro Atelier Fontana.

- Da una piccola sartoria di un paese di provincia all'Alta Moda Internazionale?

- Mio  padre riponeva grande fiducia in me   e  ne apprezzava la determinazione e l'audacia,
 audacia che determinò il nostro successo lavorativo ma anche molte  sofferenze nella mia vita privata: scegliendo, senza desistere, di sposare l'uomo sbagliato. Posso affermare però di aver avuto capacità e grande intuito sono stata un pioniere andando in avanscoperta di innovazioni.

- Lo scoppio della seconda guerra mondiale non vi  fermò ?

- Anzi, fondammo in quel periodo a Roma la "Sorelle Fontana Alta Moda"



 
 - Il salto di qualità arriverà post-guerra con la richiesta di un abito per il matrimonio
 tra Linda Christian e Tyron Power?
 

- Un abito che ha lasciato un segno nel nostro  cuore e in quello di milioni di persone, esterrefatte dalla bellezza e della minuziosità nel ricamo di un abito da sposa così semplice ed essenziale..
La cassa di risonanza legata all'evento fu enorme a livello internazionale e Hollywood iniziò ad interessarsi alle tre sorelle di Traversetolo.


1949 Linda Christian

- Sarà solo l'inizio di una favolosa carriera dove vestirete grandi star?

-Dopo la Christian anche Maria Pia di Savoia si fa confezionare l'abito per le sue nozze ,
in seguito anche Liz Taylor, Grace Kelly, Audrey  Hepburn, la principessa Soraya, Ursula Andress,
Jacqueline Kennedy  Onassis,  ma la loro punta di diamante sarà Ava Gardner, affezionata cliente e  mia cara amica . Lei volle che nei suoi contratti fosse scritto che per i suoi costumi ci fossero soltanto le sorelle Fontana.Per la Gardner furono realizzati gli abiti dei film “La contessa scalza” (1954), “Il sole sorge ancora” (1957), “L’ultima spiaggia” (1959).

 


- Ci può raccontare l'episodio legato all'abito da sposa di Audrey  Hepburn?

- Era il 1952 Audrey era  impegnata sul set di Vacanze Romane di William Wyler al fianco di Gregory Peck e, tra una ripresa e l’altra, venne presso il nostro atelier. Mia sorella Zoe disegnò per lei una abito da sposa in raso, di una delicata sfumatura avorio, con scollo a barca, maniche lunghe con bordo alla francese e con abbottonatura posteriore. La creazione d’alta moda era accompagnata da un cappello fascinator, decorato con fiori di mughetto in tessuto da cui partiva il lungo velo, e da un paio di guanti in satin.
Poco prima della cerimonia, le nozze furono  annullate. L’attrice espresse allora un desiderio che quel meraviglioso abito andasse in dono a una ragazza romana che non se lo sarebbe mai potuto permettere. La sorte baciò  una contadina di Borgo Carso, paese vicino Roma, la quale aveva partecipato al concorso radiofonico Soli contro tutti, condotto da Mario Riva, affermando di avere difficoltà nell’organizzare le nozze a causa di gravi problemi economici.

- Quali erano i ruoli di ognuna di voi all'interno della casa di moda?

- Giovanna era la "manager"  si occupava dei contratti, degli affari e dei pagamenti. Zoe era la "creativa", sempre a caccia delle ultime tendenze da riversare nella creazione degli abiti,io ero "il piccione", come mi chiamavano le mie sorelle, il mio compito appunto era andare in giro per il mondo per sponsorizzare le collezioni dell'Atelier e seguire le commesse dall'estero.

 

 “Io credo che noi Italiani non sappiamo dare il valore che abbiamo nelle nostre mani, il valore dell’artigianato italiano è unico”

(Micol Fontana)

 



 

Negli anni Settanta le sorelle si ritirarono dalla vita pubblica e dalle sfilate (continuando però a gestire il marchio, soprattutto il pret-a-poter da dietro le quinte).
Nel 1978 il trio si sciolse per sempre quando morì Zoe, la "creativa" dell'azienda.
Negli anni Novanta,  Micol e Giovanna vendettero la casa di moda ad una finanziaria, e due anni dopo,  nacque la Fondazione Micol Fontana, che racchiude le creazioni, i progetti e i modelli della casa di moda delle tre sorelle. 
Nel 2004 morì anche Giovanna
Infine, nel 2015, se ne è andata anche Micol Fontana, l'ultima esponente di una famiglia che ha portato per prima il Made in Italy nel mondo.




La Fondazione Micol Fontana è un’associazione no-profit istituita nel 1994, integrata ufficialmente nell’Albo degli Istituti culturali della Regione Lazio, e dichiarata «Archivio di notevole interesse storico» dal Ministero per i beni culturali.
Con la Fondazione che porta il suo nome , Micol Fontana ha realizzato un progetto, molto amato e perseguito con grande determinazione, in omaggio a una vita dedicata, con le sorelle Zoe e Giovanna, al mondo della Moda e rivolto al conseguimento di obiettivi culturali, didattici e sociali.
Il grande patrimonio lasciato in eredità dall’Atelier delle sorelle Fontana, costituito da oltre 200 abiti dal 1940 al 1990, una vasta raccolta di figurini, ricami ed accessori, biblioteca, e  fotografie, è conservata nell’Archivio della Fondazione come memoria del passato, messo al servizio delle nuove generazioni


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6 commenti:

  1. Particolare e bello l'episodio legato alla Hepburn.Gli abiti delle sorelle Fontana erano meravigliosi, il sogno di tutte le donne
    Buon mese di novembre. Ciao

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  2. Bellissimo post. ... altro vanto della nostra provincia ... accumunato poi all'Italia intera. Un abbraccio

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  3. un bellissimo post, grazie. un abbraccio Lory

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  4. So wunderschöne Kleider!
    Liebe Grüße und noch einen wunderschönen Abend
    Christine

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  5. Donne che hanno fatto conoscere la nostra moda nel mondo.
    Serena domenica.

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