martedì 1 novembre 2022

Lo scettro e la Clessidra/Novembre2022



Buongiorno, 

riprendo la rubrica dopo la pausa di ottobre perché era imminente il parto  da parte di mia figlia e naturalmente il pensiero era altrove.






Questo mese troviamo la prima regina d'Italia e precisamente:


MARGHERITA DI SAVOIA




(Torino 1851 -  Bordighera 1926)




Villa Margherita - Bordighera


Siamo nel 1923 a Villa Margherita in Località Bordighera provincia di Imperia. Un enorme parco divide la villa  dal grande cancello d'entrata.. 
Grazie a un'imponente scala, illuminata da tre grandi vetrate, si accede ai piani superiori. Sua Maestà  diventata regina Madre dopo la morte del marito Re Umberto I,  avvenuta dopo un attentato nel 1900, ama trascorrere i pomeriggi sul terrazzo della Villa da dove si vede il mare,  ed è qui che la incontro.




- Maestà, Voi permettete di farVi qualche domanda sul Vostro passato?
- Certamente cara,  il mio è un passato molto ricco! 
Sorride e mi fa cenno di accomodarmi. A quel punto inizio con chiederle quando e dove è nata.

- Sono figlia primogenita di Ferdinando Maria Alberto di Savoia, duca di Genova, e di Maria Elisabetta, principessa reale di Sassonia, sono nata a Torino il 20 novembre. 1851. Mio  padre, fratello minore di Vittorio Emanuele II, morì trentatreenne.
All'età di 10 anni, l'illustre zio divenne il primo re d'Italia, e presto si pose il problema di trovare una sposa adatta al giovane erede al trono, Umberto. La scelta cadde sulla principessa austriaca Matilde d'Asburgo-Teschen, ma a pochi mesi dalla cerimonia la promessa sposa morì in un incendio. Fu allora che entrai in scena io, cugina di Umberto, ritenuta la moglie "giusta" perché già educata secondo le consuetudini di casa Savoia. 

 - Avete avuto un'educazione rigorosa e concentrata sullo studio delle lettere?
- Fin da fanciulla coltivai gli studi di letteratura italiana e straniera, passando intere giornate nel mio appartamento di Palazzo Chiablese, a Torino, traducendo classici. 
Sposai a sedici anni, il 22 aprile 1866, il cugino Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, erede al trono.

Avevate il dono di renderVi amabile con il popolo?
- Per le mie  nozze ottenni dal Re Vittorio Emanuele II un’amnistia per i detenuti per reati politici.
Durante il nostro viaggio di nozze nelle varie città italiane,  al fine di  "sponsorizzare" la neonata monarchia nazionale guidata da Vittorio Emanuele II senza una regina al fianco (sua moglie Maria Adelaide d'Austria era morta nel 1855). Ad ogni città conquistavo le folle salutandole dai balconi delle regge; visitai distribuendo doni ai bambini di asili ed orfanotrofi;  mi vestii spesso  secondo i costumi locali.

- I Vostri abiti fastosi e gli ornamenti Vi fecero diventare famosa fra le regnanti di tutta Europa...
- I miei abiti erano fastosi ma l'ornamento che mi invidiavano erano le mie perle, tanto da essere chiamata "La regina delle perle".In trentadue anni di matrimonio Umberto mi  regalò complessivamente sedici fili di perle, anche se sapevo che ogni filo equivaleva a un tradimento (e forse anche di più) di Umberto.

- A Napoli nacque  il vostro primo e unico figlio.
- L'11 novembre 1869 nacque Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro  erede al trono. Fu battezzato con il nome dei due nonni e il patrono della città.

- Dopo qualche anno foste proclamata Regina Consorte?
- Nel 1878 morì Vittorio Emanuele II, Umberto divenne Re d'Italia ed io  la prima regina . Iniziò il periodo più impegnativo della mia vita con intense attività sociali e benefiche. Penso di essere stata all'avanguardia,  rispetto alla mentalità dell'epoca,  per la tutela della donna e del bambino in relazione al mondo del lavoro.

- In seguito ci furono momenti difficili a causa di movimenti repubblicani e anarchici nel territorio?
- Ci furono anche episodi isolati ma pericolosi, io ero amata dal popolo mio marito molto meno. A Foggia ci fu un tentativo di attentato, sventato sul nascere, a Napoli l’anarchico Giovanni Passannante tentò di accoltellare Re Umberto. All’epoca non si diede troppo peso, ma erano tristi presagi di quello che sarebbe avvenuto.

- Ci furono aumenti di tensioni sociali?
- Nell’aprile 1897 Umberto scampò all’attentato dell’anarchico Pietro Acciarito. Era cominciata l’ondata di migrazioni verso le Americhe e in parte verso il nord Italia più industrializzato del sud, ma il lavoro era poco e la miseria tanta. La scarsità del raccolto di quell’anno aveva comportato un aumento del prezzo del pane, ma il governo rifiutò di levare il dazio che lo avrebbe reso più economico. Il pane diventò il pretesto per manifestazioni della classe operaia dove si chiedeva l’aumento dei salari e migliori condizioni di lavoro.
Il 1898 iniziò con crescenti disordini con assalti alle caserme, ai tram, e alla creazione di  barricate nelle strade. Il Generale Bava Beccaris ottenne pieni poteri, venne proclamato lo stato d’assedio e dal 6 al 10 maggio l’esercitò intervenne in varie occasioni con le armi causando 80 vittime e molti feriti, oltre alla reazione ai Moti di Milano che non venne mai perdonata a Umberto.

- Purtroppo il nuovo secolo iniziò tragicamente per la Vostra famiglia?
- L’anarchico Gaetano Bresci rientrò appositamente dagli Stati Uniti per uccidere il re, e l’occasione giusta arrivò il 29 luglio 1900, quando riuscì a sparargli, uccidendolo con 3 colpi di pistola. Io  ero a Monza a Villla Reale fui molto sconvolta.......Il regicidio fu deplorato anche dagli anarchici e dai socialisti che ne presero le distanze, tanto che Filippo Turati rifiutò di assumere la difesa di Bresci in tribunale.

- Salì al trono vostro figlio Vittorio Emanuele e la sua sposa Elena di Montenegro , Voi manteneste il titolo di Regina Madre.
-Non ancora cinquantenne, non volli uscire di scena ma riaffermai, con meno vincoli, la mia  presenza pubblica e la mia curiosità per le novità dei tempi: come regina madre intensificai i viaggi anche fuori dall’Italia e mi  dedicai con rinnovato slancio alle opere di carità. Mio figlio rifuggiva spesso al protocollo ed io sentii l'obbligo di assolverlo. Cercai di conservare e preservare le tradizioni, le abitudini e i fasti di casa Savoia.

- La grande guerra è finita, portandosi dietro distruzione e  morte, ora che pensate  del nascente partito fascista?
- Guardo con simpatia al  grintoso, appassionato e decisionista Mussolini una sorta di novello Crispi, l’«uomo forte» mandato dalla Provvidenza, di fronte all’avanzata socialista.

Esce sul terrazzo una dama di compagnia che consiglia alla Regina di rientrare.  Si alza in piedi , pensavo fosse più alta ma la postura è regale, mi dà la mano e si dilegua.





Questa regina seppe raccogliere intorno alla monarchia l’élite culturale e artistica del tempo, anche se esercitò sul consorte e sugli atteggiamenti della corona, in circostanze importanti, un’influenza rigidamente conservatrice.

Suo figlio Vittorio Emanuele III non può vantare alcun merito nei confronti degli italiani, a cominciare dal ruolo decisivo assunto sin dal 1914 per fare entrare l’Italia nella Prima guerra mondiale,scavalcando la maggioranza parlamentare pacifista.
Nel difficile periodo postbellico che ne seguì,  il re rimase inerte di fronte al dilagare della violenza squadrista di marca fascista che si manifestò con le bastonature, le uccisioni, gli assalti alle carceri per liberare i fascisti arrestati, il sabotaggio e la distruzione di giornali sgraditi,  la conquista militare delle città. e  a tutto quello che ha portato in seguito  quel regime criminale .
Nessuna obiezione da parte del re nemmeno per la  partecipazione alla Seconda guerra mondiale (giugno 1940) nonostante il sovrano sia al corrente della impreparazione militare dell’Italia. L'8 settembre1943 lascia l’esercito senza ordini fuggendo irresponsabilmente all'estero.




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2 commenti:

  1. Certo da giovane era molto bella! Quante cose non conosco! Ma grazie a te e alla tua rubrica c'è sempre da imparare! Continua così Verbena!

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  2. Such an interesting life. Beautiful rich history.

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