giovedì 1 ottobre 2020

Ottobre/Un tè con...



Buongiorno e bentornati all'appuntamento mensile della rubrica: UN TE' CON...

Il personaggio che ho invitato oggi è:

 








Matilde di Canossa
(1046 - 1115)
Contessa, duchessa, marchesa e regina medievale. Terzogenita della potentissima famiglia feudale italiana dei Canossa, marchesi di Tuscia (già Ducato di Tuscia), di origine e madrelingua longobarda. Il padre, Bonifacio di Canossa detto “il Tiranno”, era l’unico erede della dinastia canossiana. La madre, Beatrice di Lotaringia, apparteneva ad una delle più nobili famiglie imperiali, strettamente imparentata con i duchi di Svevia, i duchi di Borgogna, gli Imperatori Enrico III ed Enrico IV, dei quali Matilde era rispettivamente nipote e cugina prima.




Ammiro da vicino la GranContessa in tutta la sua matura bellezza. Avvolta in un manto di velluto rosso con ai lati una fascia d’oro guarnita di gemme, porta una veste di un azzurro vivo e maniche larghe orlate di un fregio d’oro, che lasciano intravedere altre maniche aderenti al braccio di colore rosso. Porta scarpe a punta di stoffa scura e il capo è coperto da un velo bianco che non riesce a nascondere i lunghi capelli biondo rossastri. Nonostante sia seduta, intuisco la sua figura alta e slanciata.
Cercherò di farle delle domande, non so da dove iniziare.

- Grancontessa Matilde, lei è stata una delle figure più importanti del medioevo italiano, sui libri di storia si parla di lei come una potente feudataria e sostenitrice del papato, sotto il suo comando il territorio dei Canossa raggiunse la massima estensione ma ora vorremmo conoscere meglio come si è sviluppato il suo spirito combattivo, come è stata la sua infanzia?
- Sono nata a Mantova nel 1046,  terzogenita dopo i miei fratelli  Federico e Beatrice . Mio padre Bonifacio conte di  Canossa mi portava spesso con sé quando andava a caccia nei suoi territori. Imparai prestissimo a cavalcare. Saranno queste cavalcate che mi faranno scoprire, fin da piccola, i territori teatro delle mie lunghe battaglie.  Ben presto i miei fratelli morirono e io fui affidata alla cura dei monaci benedettini i quali mi diedero un'educazione molto rigorosa non comune alle donne di quell'epoca. 



- Era molto piccola quando suo padre morì?
- Avevo soli sei anni quando Bonifacio mio padre fu assassinato. Se chiudo gli occhi ricordo ancora il suo corpo esanime disteso sul carretto, al ritorno da quella maledetta battuta di caccia, trafitto da una freccia avvelenata. Un anno dopo morirono anche mia sorella Beatrice e il mio fratellino Federico, e rimasi sola al mondo con mia madre. Di questa misteriosa morte furono sospettati un po' tutti compreso l'Imperatore che aveva tutto l'interesse ad eliminare questo vassallo troppo potente. Mia madre Beatrice decise di rinchiudersi con me in un convento e restituire all'imperatore Enrico III, suo cugino, i vasti possedimenti.

- Ma qualcuno si oppose?
- Certamente, il Papa Leone IX non voleva che questi possedimenti dei Canossa, che arrivavano fino  alle porte del Lazio, finissero nelle mani dell'Imperatore e quindi fece pressione su mia madre affinché rimanesse lei la reggente. Mia madre, profondamente credente,  accettò e mise a disposizione della Chiesa gran parte del suo patrimonio facendo costruire conventi ed edificare chiese.  
Ad un certo punto l'Imperatore scese in Italia con il suo esercito, confiscò i suoi averi e, convincendo mia madre a seguirlo in Germania con me,  ci fece entrambe prigioniere.

- Siete state trattate male?
- Tutt'altro! Avevamo la protezione di Agnese di Poitiers, seconda moglie dell'imperatore. Mia madre, rimasta orfana da piccola, era stata adottata dalla nonna dell'imperatore sorella di mia nonna. Questo forte legame parentale spiega il trattamento bonario nei nostri confronti alla corte tedesca.

- Ma prima o poi muoiono anche gli Imperatori...!
- Alla morte di Enrico III fu incoronato il figlio Enrico di Franconia, ovvero Enrico IV all'età di sei anni. Qualche giorno dopo per l'intercessione del Papa Vittore II, fummo liberate e tornammo in Italia.

- Lei fu un'abile condottiera e una stratega che riuscì a regnare circa trent'anni...
- Praticamente ero stretta tra i domini dell'imperatore germanico e quelli della Chiesa, su un territorio difficile  conteso e ambito da entrambe le parti. Per lungo tempo riuscii a mantenere una posizione imparziale fin quando mi colloco cercando di mediare nella famosa " Umiliazione di Canossa".

- Questo episodio si confermò in seguito una messa in  scena?
 - Quando Papa Gregorio VII proibisce le investiture dei vescovi senza l'intervento papale, Enrico IV non accetta e depone il Papa. A sua volta il Papa scomunica l'Imperatore. Dopo la scomunica da parte di Papa Gregorio, Enrico aveva perso ogni appoggio e non poteva aspirare a cingere la corona imperiale. Fu costretto a recarsi alla gloriosa rocca di Canossa afflitto e disperato, per umiliarsi e chiedere perdono, ma Gregorio si era dimostrato più inflessibile e testardo di lui. Enrico chiese a me di intercedere, ostentando il suo pentimento come un lasciapassare per ottenere quel che desiderava.  Io e mia madre cercammo di appianare il conflitto, l'Imperatore si pentì e accettò la penitenza pubblica che prevedeva, il saio,  i piedi nudi, la prostrazione a forma di croce. Questo avvenne sotto una bufera di neve per tre giorni e per tre notti davanti alle porte serrate del Castello di Canossa. Gregorio VII concesse il perdono ma io non credetti al pentimento di Enrico IV , infatti  fu una mossa strategica di convenienza, poco dopo lui scese di nuovo in Italia al comando delle sue truppe.





- Fu una lunga battaglia e lei si trovò sola a contrastarla?
Nonostante la sua forza bellica Enrico IV si è trovato spesso in difficoltà. Quando il mio avo Adalberto si impossessò di Canossa, la munì di mura forti e scelse di costruire tante fortezze per utilizzare gli Appennini reggiani e modenesi come una cintura di protezione, perché sapeva bene che questo era un passaggio fondamentale per scendere a Roma. Le nostre montagne erano una difesa naturale, le nostre rocche un filtro, sono state modellate perfettamente alla conformazione territoriale e a noi bastava accendere un fuoco sulla torre più alta per segnalare un pericolo ai nostri alleati a miglia e miglia di distanza. Avevamo un sistema di comunicazione che permise ai punti più vulnerabili di prepararsi a un assedio con giorni d’anticipo rispetto al arrivo delle truppe nemiche. 
La battaglia durò due lunghi anni ma grazie alla fedeltà di vassalli e feudatari, il mio esercito si asserragliò presso i castelli fortificati e portò una serie di vittorie sul potente invasore straniero.






Alla sua morte, senza eredi,  il regno si frantuma ma la figura di Matilde di Canossa viene mitizzata nel cerchio dei militanti per la fede. Poche donne nella storia italiana hanno avuto pari valore di questa indomita condottiera di eserciti e paladina assoluta della cristianità.  La più fedele alleata di Gregorio VII,  il Papa che ha riformato la Chiesa, nella lotta per la superiorità del potere divino su tutti i poteri terreni, fossero pure quelli dell'Imperatore del  Sacro Romano Impero.


Oggi le spoglie di Matilde riposano nella Basilica di San Pietro in Vaticano a Roma.

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5 commenti:

  1. Una grande figura della storia. Un'infanzia segnata dai drammi, dalla morte del padre a quella dei fratelli. L'umiliazione di Canossa, un fatto storico di grande rilievo. Non sapevo che fosse sepolta a Roma , in Vaticano. Saluti.

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  2. Women in history are so interesting, especially in those times. Thank you for the information about her place of burial, I did not know she was buried there. A beautiful resting place. x

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  3. Una donna unica! Un bell'inizio di ottobre! Grazie Verbena!

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  4. Questa donna è davvero forte. La sua cupa infanzia lasciata da suo padre e dai fratelli non lo ha reso una persona fragile, ma è stato in grado di dimostrare di essere riuscito a far conoscere il suo nome a molte persone nel mondo.

    Saluti dall'Indonesia.

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