martedì 25 aprile 2023

La nostra Festa



Buon giorno e buon  25 Aprile






[...] Era una mattina del dicembre 1938, in un'aula del liceo Michelangelo di Firenze ascoltavamo in silenzio l'esaltazione da parte del professore di scienze delle leggi razziali appena approvate, dilungandosi sulla superiorità della razza ariana e sulle infamie, secondo lui, degli ebrei. Io mi alzai in piedi e dissi: - Io esco perché queste cose vergognose non le voglio sentire. Fu il mio primo gesto di ribellione che mi costò l'espulsione da tutte le scuole del Regno. In seguito scovai una norma che gli studenti espulsi potevano presentarsi agli esami come privatisti, così ottenni la maturità e mi iscrissi a Lettere e filosofia.

Partecipai ai gruppi di Azione Patriottica (GAP) con compiti rischiosi. Il mio nome in codice era "Chicchi" Il mio primo esame per vincere la paura fu quando dovetti partecipare insieme ad un contadino della zona, il gappista Dante, a far esplodere 14 vagoni carichi di esplosivo che i tedeschi avevano nascosto in una galleria lungo l'Arno. Appena dato fuoco alle micce siamo scappati ma Dante inciampò sulle rotaie e morì nell'esplosione. Io riuscii a scappare ma avevo la sensazione di avere i tedeschi alle spalle. In bicicletta corsi in facoltà dove il professore con cui  avrei dovuto preparare la tesi di laurea era lì con altri docenti e lo supplicai di dire che stavo discutendo la tesi. Arrivarono i tedeschi e tutti i professori dissero che io ero sempre stata lì a discutere la tesi, in quel momento mi salvarono la vita

Mio fratello Gianfranco era professore di chimica analitica al Politecnico di Milano, nel febbraio del 1944, dopo aver abbandonato l'insegnamento per dedicarsi totalmente alla Resistenza, venne arrestato a Roma e rinchiuso nella prigione di Via Tasso. Fu torturato selvaggiamente per vari giorni e lui, temendo di dover tradire i suoi compagni, si impiccò con la cintura dei pantaloni lasciando nelle mani di un altro prigioniero un messaggio per noi familiari.

Io ero la partigiana Chicchi schierata in prima linea a Firenze nella compagnia che portava il nome di mio fratello Gianfranco: I tedeschi avevano fatto saltare tutti i ponti ad eccezione di Ponte Vecchio, la città era spaccata in due, i cecchini erano appostati dappertutto. A piedi o in bicicletta mi muovevo nella città devastata fra sparatorie e cumuli di cadaveri per trasmettere ordini  ed eseguire direttive. Ero al comando di 50 partigiani.[...]

Mi gettai con entusiasmo nell'impegno politico, non poteva che essere così, volevo costruire con gli altri un'Italia diversa, democratica, più libera e più giusta. Giravo l'Italia a convincere le donne a sostenere il loro diritto di voto, e uscire dallo stato di minorità in cui le aveva tenute il fascismo.

(Teresa Mattei - deputata eletta all'Assemblea Costituente 1946)













4 commenti:

  1. Non conosco Teresa Mattei ma che forza questa donna !! Saluti e buon 25 Aprile.

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    1. In effetti questa donna straordinaria è poco conosciuta fuori dalla Toscana. Ciao Mirty e grazie per la tua costante presenza in questo blog.

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  2. Ciao Verbena, quanto tempo!
    Come stai? Vedo con piacere che qualcuno che scrive ancora c'è!
    Io sono mancata un sacco!!!
    Figura molto interessante questa, non la conoscevo! Bel post! Ricordare è fondamentale!

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