lunedì 6 marzo 2017

8 Marzo, perchè è festa?



Buongiorno,


la chiamiamo Festa della donna ma l'8 marzo è la Giornata internazionale della donna. Non è, infatti, una 'festa', ma una ricorrenza nata per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne ma anche le discriminazioni e le violenze che hanno subito e continuano a subire.





Come ad esempio le ventuno donne elette all' Assemblea Costituente,  che hanno dato un grande contributo per l'affermazione dei diritti del mondo femminile italiano.



Teresa Mattei
Adele Bei Ciufoli, Laura Bianchini, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici Agamben, Angela Gotelli, Nilde Iotti, Angelina Merlin, Rita Montagnana Togliatti, Teresa Noce Longo, Elettra Pollastrini, Bianca Bianchi, Elsa Conci, Filomena Delli Castelli, Nadia Gallico Spano, Angela Maria Guidi Cingolani, Teresa Mattei, Angiola Minella Molinari, Maria Nicotra Verzotto, Ottavia Penna Buscemi, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio.
Molte di loro appartenenti a partiti diversi, hanno avuto un ruolo attivo nella Resistenza. Una fra  tutte Teresa Mattei giovane partigiana a Firenze -nome di battaglia Chicchi-, eletta all’Assemblea Costituente a soli 25 anni, “madre” della Costituzione e della mimosa come simbolo dell’8 marzo,

"Un fiore povero e allegro che si trova nelle campagne in marzo" disse la Mattei a Luigi Longo che voleva ripristinare la "festa della donna" tolta durante il fascismo.

Genovese, insegnante (laurea in filosofia), eletta a 25 anni . E’ la più giovane di tutti i Costituenti. E’ stata staffetta partigiana col nome di Chicchi. Catturata dalle SS viene picchiata e violentata da 5 tedeschi ma riesce a liberarsi e a raggiungere Roma. E’ tra le fondatrici dei Gruppi di Difesa della Donna e del Fronte della Gioventù,

La versione definitiva dell’articolo 3 della Costituzione sul tema dell’uguaglianza reca la sua firma.

*§*

Intervento di Teresa Mattei all'Assemblea Costituente, seduta del 18 marzo 1947:

"...Perciò noi affermiamo oggi che, pur riconoscendo come una grande conquista la dichiarazione costituzionale, questa non ci basta. Le donne italiane desiderano qualche cosa di più, qualche cosa di più esplicito e concreto che le aiuti a muovere i primi passi verso la parità di fatto, in ogni sfera, economica, politica e sociale, della vita nazionale.
Non dimentichiamo che secoli e secoli di arretratezza, di oscurantismo, di superstizione, di tradizione reazionaria, pesano sulle spalle delle lavoratrici italiane; se la Repubblica vuole che più agevolmente e prestamente queste donne collaborino [...] alla costruzione di una società nuova e più giusta, è suo compito far sì che tutti gli ostacoli siano rimossi dal loro cammino, e che esse trovino al massimo facilitata ed aperta almeno la via solenne del diritto, perché molto ancora avranno da lottare per rimuovere e superare gli ostacoli creati dal costume, dalla tradizione, dalla mentalità corrente del nostro Paese.
[...] Sia tolto ogni senso di limitazione e sia anzi affermato, in forma esplicita e piena, il diritto delle donne ad accedere, in libero agone, ad ogni grado della Magistratura, come di ogni altra carriera. Ma vi è di più [...]: occorre che nel nostro Paese non siano più ammesse disposizioni pubbliche o private che limitino la libertà umana e in particolare femminile, come la disposizione, ad esempio, che tuttora mi consta esistere e che vieta a determinate categorie di infermiere di contrarre matrimonio, pena la perdita del lavoro. Vi sono in Italia, fra queste particolari categorie, innumerevoli casi di lavoratrici costrette ad una vita familiare irregolare, numerose madri di figli illegittimi, solo perché, per non perdere il pane, devono rinunciare a contrarre regolare matrimonio. È questa una disumana ed immorale misura limitatrice della libertà, della dignità, della personalità umana di lavoratrici incolpevoli e dei loro incolpevoli figli.
Per questa ragione io torno a proporre che sia migliorata la forma del secondo comma dell'articolo 3 nel seguente modo:
«È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli d'ordine economico e sociale che limitano «di fatto» — noi vogliamo che sia aggiunto — la libertà e l'eguaglianza degli individui e impediscono il completo sviluppo della persona umana...."

Teresa ci ha lasciato il 12 marzo 2013, a 92 anni. Dobbiamo molto alla sua passione civile  e  a tutte le donne che,  come lei,  hanno combattuto per la libertà, malgrado le ostilità di un mondo ostile e maschilista. Il loro contributo ha un grande valore ma purtroppo la strada  da percorrere è ancora molto lunga.


Buon 8 marzo a tutte noi





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9 commenti:

  1. Brava, un bel ricordo! 😊 E poi così ingentilito dalla calligrafia in cui sei sempre più brava

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  2. A good celebration for women as we have come a long way and the journey
    has been long. Many women, as the brave women you have listed, have fought
    very hard to give other women a voice.

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  3. Ricordare e celebrare è importante, ma le donne di oggi hanno davvero capito il senso di questa giornata? Non ne sono convinta.
    Grazie per essere passata a trovarmi!
    Ofelia

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    1. Io penso che ogni donna potrà dare il proprio valore a questa giornata. Ciao Ofelia

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  4. Nei giorni scorsi, anch'io ho citato le donne della resistenza e hai fatto molto bene a ricordarle.
    Saluti a presto.

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  5. Brava bellissimo post!
    buon fine settimana

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  6. Ho ricordato anch'io questa ricorrenza ne blog e in FB, per il suo vero e profondo significato. Purtroppo ancora oggi, anche nel nostro Paese, continuano a morire donne per mano del loro compagno. Finirà mai questo femminicidio? Quando veramente saremo considerate esseri liberi di scegliere, di essere rispettate, considerate alla pari dell'uomo? La nostra lotta continua e chissà che le future generazioni siano migliori. Paola

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