mercoledì 1 novembre 2017

Novembre/Un tè con...


Buon pomeriggio,



oggi, per la rubrica:





siete tutti invitati.


Dalla finestra, una luce calda, autunnale e dai riflessi ambrati  gioca sul tavolo, tra le tazze.

È un pomeriggio come gli altri, ma noi cerchiamo di farlo sembrare diverso, basta scegliere il tè preferito e parlare del personaggio di questo mese.








E' stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana contemporanea ed è nota a livello mondiale per gli importanti studi da lei svolti nell’ambito dell'astrofisica. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia, ha svolto un'importante attività di divulgazione e ha dato un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione  delle stelle.





*Cara Signora Hack, ci vuole parlare un po' di lei, come è stata la sua infanzia?
- Sono nata a Firenze il 12 giugno 1922 .
Mio padre di origini svizzero/tedesche era protestante e mia madre cattolica, ma non mi imposero mai un credo religioso. Nel corso della mia vita ebbi modo di formarmi una personale opinione in merito. Mio padre aveva un  il diploma di contabile e si era costruito, da autodidatta, una buona cultura scientifica.  Aveva un impiego presso un'azienda produttrice di energia elettrica per la Toscana; mia  madre, classe 1887, aveva il diploma di maestra e quello delle Belle Arti. Lavorò come insegnante e in seguito come  impiegata al telegrafo.
Fra il 1926 e il 1927, ci trasferimmo in una casa più modesta in ragione del licenziamento di mio padre avvenuto per una sospetta tubercolosi, ma più probabilmente originato dalle sue idee socialiste.

* Sarà stata senz'altro una studentessa modello nel suo percorso scolastico...
-  Quando frequentavo il liceo classico a Firenze ero molto appassionata all'atletica e al salto in alto. In seguito mi laureai in Fisica presso l'università di Firenze con una tesi in astronomia.
Quando preparavo la tesi di laurea,  durante la guerra, si poteva fare un buon lavoro anche con telescopi di 30-40 centimetri di diametro e con osservatori in città. Non c'era inquinamento luminoso, allora. Era ancora fresca la scoperta dell'espansione dell'Universo, frutto delle osservazioni di Edwin Hubble nei primi anni Trenta. Ma non si conosceva nulla o quasi dell'evoluzione di stelle e galassie. E si usavano le lastre fotografiche».

* In quel periodo conobbe colui che sarebbe diventato suo marito?
- Ritrovai dopo dieci anni il  mio amico d'infanzia Aldo,  ci sposammo l'anno successivo e non ci siamo più lasciati.

* Lei è stata insegnante di astronomia, assistente, docente universitario, ha collaborato con Università straniere ma è nel 1964 che ottenne un grande risultato personale?
-  Sì, come  professore ordinario, ottengo la cattedra di astronomia presso l'Istituto di Fisica teorica dell'Università di Trieste  e  assumo l'incarico della direzione dell'Osservatorio astronomico. La mia gestione durerà per più di vent'anni, fino al 1987, e darà nuova linfa ad un'istituzione che in Italia era ultima  per numero di dipendenti, di ricercatori, e  per  la qualità della strumentazione scientifica, arrivando a darle risonanza anche in campo internazionale.

* Cos'è l'astronomia e cosa ci insegna?
L'astronomia ci ha insegnato che non siamo il centro dell'universo, come si è pensato a lungo e come qualcuno ci vuol far pensare anche oggi. Siamo solo un minuscolo pianeta attorno a una stella molto comune. Noi stessi, esseri intelligenti, siamo il risultato dell'evoluzione stellare, siamo fatti della materia degli astri.
La moderna astronomia dimostra quanto vere fossero le intuizioni di Galileo

* Secondo lei nella scienza le donne sono ancora discriminate rispetto agli uomini?
-  Ci sono tante ricercatrici molto brave. Certo, dipende molto anche dalle donne, che devono pretendere di essere riconosciute. Bisogna esser combattivi nella vita, anche nella scienza. Anche in famiglia: la famiglia si fa in due ed in due bisogna sopportarne il peso. Sono le donne che devono pretenderlo, perché al mondo chi ha meno diritti deve conquistarseli.



„E' così bello fissare il cielo e accorgersi di come non sia altro che un vero e proprio immenso laboratorio di fisica che si srotola sulle nostre teste.“ (libro "Nove vite come i gatti: I miei primi novant'anni laici e ribelli").

Riferimento: https://le-citazioni.it/autori/margherita-hack/





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Negli anni Margherita Hack ha raggiunto una popolarità presso il grande pubblico che non ha uguali per un ricercatore italiano; ha portato la scienza nelle case di tutti. La cosa bella è che è accaduto in modo naturale, per la sua verve innata e la sua capacità di comunicare, non certo perché fosse in cerca di popolarità.


*§*


Ho avuto il privilegio di assistere ad una sua conferenza, qualche anno fa a Prato, presso il museo di Scienze Planetarie, sono rimasta estasiata dal modo in cui svelò alcuni aspetti incomprensibili del Cosmo, facendoli diventare affascinanti. Conservo ancora il suo libro "Le Galassie" che in quell'occasione mi autografò personalmente.





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2 commenti:

  1. Una donna straordinaria, che ammiro e ammirerò sempre per la sua determinazione, forza e impegno per quello che è stato il lavoro di una vita. Grande esempio per tutte noi! Paola

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