Buongiorno,
ottobre, il primo mese autunnale è legato ad Halloween, all'immaginario comune su fantasmi e alle storie di paura. Uno scenario ideale è il borgo abbandonato di TOIANO in provincia di Pisa nel comune di Palaia dove vi porto oggi, per conoscere la sua storia e il mistero che lo racchiude..
È situato in una zona di notevole interesse paesaggistico, tra l’area palaiese e quella volterrana, tra le colline pisane e i calanchi di sabbia che sconfinano nelle balze della zona intorno a Volterra.
Le sue origini risalgono all’alto medioevo, e la struttura del paese resta quella di un castello, a cui si accede tramite un ponte, attualmente pericolante, forse in origine un ponte levatoio.
Il massimo splendore di questo piccolo borgo risale all’ottocento, quando i suoi abitanti raggiunsero quota 521.
Pian piano Toiano iniziò il declino, dovuto al boom economico degli anni 60, ma ha concorso all’abbandono la mancanza di acqua corrente, il pericolo di crolli ,causati dall’erosione del sottosuolo costituito da speroni di tufo alti 40/50 metri, e la terra arida che pioggia e vento hanno reso incoltivabile.
Inizialmente sotto il dominio lucchese, passò poi sotto i pisani e nel 1362 sotto l'egemonia fiorentina, grazie all'azione del condottiero Rodolfo II Da Varano, il quale dopo aver vinto l'assedio, prese una campana della rocca e la inviò come trofeo a Firenze, dove fu posta nel ballatoio di Palazzo Vecchio[2]. Nel 1364 il paese (da allora detto "Toiano Vecchio") fu distrutto dai fiorentini e il territorio venne restituito ai pisani, in seguito agli accordi di pace tra le due città.
Gli abitanti di Toiano ricostruirono nuovamente il villaggio (da allora detto "Toiano Nuovo"), ma nel 1406 si arresero nuovamente al dominio di Firenze (fonte Wikipedia).
E’ il 5 giugno 1947 e a Toiano, la vita scorre tranquilla fra il lavoro nei campi e le faccende domestiche. Intorno alle due del pomeriggio Elvira Orlandini, considerata la ragazza più bella del paese, prende una brocca e va a prendere l’acqua alla fonte, poco distante da casa sua.
Saluta la madre ed esce di casa. Sul cammino per recarsi alla fonte incontra un’amica. Elvira le chiede se vuole andare con lei a prendere l’acqua, ma l’amica rifiuta e le due si salutano. Elvira prosegue verso la fonte.
Circa due ore dopo , non vedendola tornare, la madre della giovane esce a cercarla. Percorre il sentiero fino alla fonte e non vedendo la figlia torna a casa preoccupata avvisando il marito, Antonio. L’uomo comincia le ricerche insieme al cognato Giovanni e i due percorrono il sentiero che avrebbe dovuto percorrere Elvira
E’ proprio in quel bosco che Antonio troverà il corpo senza vita di sua figlia, con la gola sgozzata da un taglio che va da un orecchio all’altro.
Accanto a lei la brocca piena d’acqua e le ciabatte della giovane, sistemate vicino alla brocca.
Il padre di Elvira porta il cadavere della figlia fuori dal bosco e vengono chiamati i carabinieri. Intorno alle sei arriva il maresciallo del comando di Palaia, che si occuperà del caso.
Il primo sospettato, come spesso succede in questi casi, è il fidanzato di Elvira: Ugo Ancillotti. Il giovane è un reduce della guerra che dopo il conflitto è tornato a fare il contadino al suo paese. E’ considerato da tutti un ragazzo serio, ma molto geloso.In paese infatti tutti sanno della sua gelosia e dei frequenti litigi con Elvira. Inoltre sui pantaloni del giovane vengono ritrovate tracce di sangue e il suo alibi non è attendibile.
Il maresciallo non ha dubbi e arresta Ugo 4 giorni dopo l’omicidio. Nonostante gli indizi contro Ugo, ce ne sono altri a suo favore. Ad esempio le impronte ritrovate alla fonte sono più piccole delle sue. Ugo avrebbe inoltre accompagnato Elvira a casa dopo la messa verso le 13.30 e poi sarebbe stato visto tornare a casa e pranzare. Sarebbe stato praticamente impossibile per lui andare alla fonte, entro le 14.00, ora dell’omicidio.
Nonostante i litigi fra i due, in molti in paese sono convinti della sua innocenza.
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Elvira Orlandini |
Elvira faceva la domestica nella villa di una ricca famiglia svizzera, la famiglia Salt, che trascorreva alcuni mesi dell’anno nella villa che possedeva a Toiano.
I Salt avevano un figlio dell’età di Elvira, che aveva in più occasioni corteggiato la giovane nonostante fosse fidanzata. Anzi, si vocifera anche di una lettera anonima recapitata a Ugo, in cui gli veniva intimato di non sposarla.
Alla fine del 1949 il processo si concluse per mancanza di prove, e l’uomo tornò a vivere a Toiano. Ancillotti morì nel 2013 proclamandosi sempre innocente.
Il figlio dei Salt, non venne mai indagato né accusato, probabilmente per timore reverenziale nei confronti della nobile famiglia svizzera. La realtà dei fatti, a ormai 70 anni dalla morte della ragazza, rimarrà per sempre sepolta con lei.
Restano sepolte le domande che non hanno avuto risposta, sotto il manto di edera che oggi inghirlanda la lapide con la foto della ragazza uccisa, nel Botro della Lupa. La bella Elvira non attende più giustizia, si è consegnata alla memoria con la sua storia maledetta, lasciando dietro di sé una delle tante leggende dei boschi.
Dicono che per anni ci sono stati avvistamenti della bella Elvira aggirarsi come fantasma tra le rovine di questo borgo che conserverà per sempre la sua verità.

Che storia! E che Borgo affascinante, da romanzo.
RispondiEliminasinforosa
Veramente! Ciao
EliminaIl borgo è solamente stupendo e superbo nella sua bellezza antica.
RispondiEliminaSarebbe da risistemare secondo i canoni medievali per ridargli nuova vita.
La storia è da brividi. Povera Elvira!
Una storia vera, purtroppo. Ciao Patricia
EliminaGrazie per l'interessante passeggiata per le vie di questo borgo, accompagnata dalla tua "voce narrante".
RispondiEliminaE' stato come essere lì dal vivo.
Grazie Stefania, buona domenica.
EliminaUn racconto veramente da brividi !! Purtroppo il colpevole l'ha fatta franca e la povera Evira non ha neanche avuto giustizia e, ormai, non l'avrà più ! Per il borgo, invece, spero che si possaancora far qualche cosa e riportarlo a nuova vita. Saluti
RispondiEliminaUn paese abbandonato come ce ne sono tanti in Italia. Ciao Mirty, buona domenica.
EliminaOh I love any history of Italy and I loved this one too.Thank you for sharing it as I would probably never have known of it. I was going to ask about the plaque that I see in your third photograph. I imagine it may be information about Elvira? Thank you for the photographs of this amazing building. x
RispondiEliminaHi Anita, the plaque of the third photo is a Latin inscription dating back to 1700 and marks the various passages of the municipality. It has nothing to do with the story of Elvira.
EliminaThanks for reading.