lunedì 1 marzo 2021

Marzo 2021/Un tè con...

Buongiorno a tutte e a tutti,

oggi sono un po' in ritardo all'appuntamento mensile  con la rubrica:


 

 

 

 









i giorni passano talmente in fretta e solo ora mi sono accorta che siamo già nel mese di marzo.

Ma al nostro tè con le mie interviste impossibili non posso rinunciare. Oggi abbiamo un personaggio che è stato l' incarnazione di una profezia e bruciata da coloro che la temevano:

Giovanna d'Arco

La pulzella d’Orleans

(Domrémy, 6 gennaio 1412 – Rouen, 30 maggio 1431)



- Giovanna, scusa la mia sincerità, ma è incredibile pensare che una giovane donna come te abbia messo in ginocchio il re d’Inghilterra nel suo momento più aureo dell’invasione in Francia. 

(Mi inchioda con gli occhi) 

- Se ha domande più serie da farmi possiamo procedere.

Parlami della tua famiglia e della tua infanzia.
- Sono nata a Domrémy il 6 gennaio 1412, la mia famiglia era composta dai miei genitori
Jacques d'Arc e di Isabelle Romée; tre fratelli e una sorella: Jacques, Jean, Pierre e Catherine. Mia sorella morì a 18 anni durante un attacco inglese al nostro villaggio, io ero troppo piccola per poterla difendere.

Come è iniziato il tuo viaggio nella storia? Quando capisti di essere tu la “Vergine di Lorena”?
- All’epoca dei miei 13 anni sentii una voce mandatami da Dio per guidare le mie azioni. La prima volta ho avuto molto paura. La voce si fece sentire a mezzogiorno, d’estate, nel giardino di mio padre. Veniva da destra…quasi sempre c’era anche un bagliore molto forte. Dopo averla ascoltata 3 volte capii che era la voce di un angelo. Mi diceva di comportarmi bene, di andare in Chiesa. Due o tre volte ogni settimana mi diceva che dovevo partire, di venire in Francia e liberare Orleans assediata.

- Ma chi era “la voce”?
- S.Michele Arcangelo, me lo disse lui stesso.
 

- I non credenti giustificano il tuo fervore nella vendetta contro gli inglesi con la morte di tua sorella, arrivando a conclusioni quali la psicosi.
(Si alza e stringe il rosario che tiene in grembo)

- Che Dio perdoni queste persone, perché incapaci di vedere col cuore; il dolore non rende vendicativi i puri di cuore, li apre anzi verso qualcosa di più grande e aprì me verso Dio. Solo i deboli, incapaci di affrontare la sofferenza, si rifugiano nel male e nella vendetta.

- Ma torniamo un po' all'inizio della tua missione, i tuoi genitori si opposero e, preoccupati, vollero importi un matrimonio con un giovane del luogo.

- Io rifiutai anche perchè avevo fatto voto di castità all'angelo. Vinsi la resistenza dei miei genitori, ebbi così libertà di azione e partii per il viaggio che mi  portò sino a Vaucouleurs dove, con l'appoggio di mio zio Durand Laxart, riuscii ad incontrare il capitano della piazzaforte, Robert de Baudricourt. Questi, al primo incontro, il 13 maggio 1428, mi schernì rimandandomi a casa come una povera folle. Per nulla demoralizzata da quell'insuccesso, mi recai altre due volte presso il capitano di Vaucouleurs e questi, forse spinto dal consenso che seppi raccogliere tanto tra il popolo quanto tra i suoi uomini, mutò parere sul mio conto, sino a convincersi (non prima di avermi sottoposta a una sorta di esorcismo da parte di un curato del luogo, Jean Fournier) della mia buona fede e ad affidarmi una scorta che mi accompagnasse al cospetto del Delfino di Francia a Chinon.

- Come fu l'incontro con il sovrano?

- Mi fece attendere due giorni,  ma quando lo vidi mi avvicinai senza indugio e mi inginocchiai. Gli dissi di esesere stata inviata da Dio per portare soccorso a lui e alla Francia. Tuttavia non si fidò completamente di me e mi sottopose ad un prino esame da parte di alcuni ecclesiastici. In seguito mi interrogarono alcuni teologi per tre settimane. Alla fine Carlo VII decise per un incarico, quello di accompagnare una spedizione militare verso Orlèans assediata dagli inglesi.

Imparasti velocemente l’arte della guerra e convincesti l’esercito a seguirti…
- Vincemmo a Orleans. Gli inglesi all’inizio delle battaglie mi credevano una strega mandata dall’inferno. Una freccia mi colpì vicino al cuore e i nemici mi credettero morta, ma si zittirono quando mi alzai all’alba per soffocare le loro bestemmie, col mio stendardo bianco,completamente guarita. Nelle battaglie successive avemmo la meglio; quindi mandai una lettera al re d’Inghilterra invitandolo a ritirarsi o avrebbe visto la sua morte in quel campo. L’esercito inglese si ritirò e Orleans fu libera.
L’esercito inglese scacciato da una lettera dettata da una contadina analfabeta. Eppure fu così, se ne andò.Un miracolo. Il miracolo fu vedere incoronato Re Carlo VII nella cattedrale di Reims, il 7 luglio 1429; ricordo i profumi, e gli applausi. 



 

- Tanto entusiasmo ma il tradimento non si fece aspettare?

 - Il popolo cercava di toccami, mi  chiedeva preghiere e grazie, tentava di strapparmi anche solo un brandello d’abito o un ciuffo di capelli per poter conservare un pezzo di quella straordinaria impresa storico-politica che aveva favorito la Francia e permesso a Carlo di diventare re. L’anno successivo, però, la mia fama decadde: a seguito di un improvvido assedio di Parigi, condotto senza l’ausilio dell’ex Delfino Carlo, divenuto ormai re, i Borgognoni, alleati degli Inglesi, mi fecero prigioniera. Carlo, che pure avrebbe dovuto essermi riconoscente per le vittorie e l’incoronazione ricevuta a Reims, non fece nulla per impedire che io fossi venduta agli stessi Inglesi, né offrì un riscatto per liberarmi. Fui abbandonata a me stessa, considerata una strega e incarcerata. Un vero e proprio tradimento. Nel 1431 si aprì un processo a mio carico, prima per stregoneria, poi per eresia.

Come affrontò una ragazzina di 18 anni il tribunale dell’Inquisizione, 19 controinterrogatori in 14 mesi e le torture che li accompagnarono?
- Come affrontai un esercito di migliaia di inglesi inferociti, così mi posi davanti a quei musi lunghi dalla lunghe vesti scure e le loro domande tendenziose.

- Quando ti rendesti conto che Carlo VII ti aveva abbandonata?
Quando accesero i ceppi ai miei piedi il 30 maggio 1431, per bruciarmi nella piazza del mercato di Rouen.

 

" Io non so leggere, né scrivere, non conosco l’arte del parlare e non brillo di intelletto. Sono magra e non ho molta forza fisica; tuttavia ho affrontato per  14 mesi un tribunale che avrebbe sentenziato anche in un solo giorno, sopportato torture e sconfitto uno degli eserciti più potenti del mondo. Sono un’eroina? Una grande? Sono forte? Sono un gigante? Sono una Santa? Una guerriera? Non so. Ho solo un grande cuore e Dio attraverso di esso ha compiuto un’opera immensa, risollevando le sorti della Francia e cambiando la storia…ma oggi ve ne state dimenticando. Da voi, una contadina analfabeta, bassa e maldestra, neanche troppo intelligente o furba, sarebbe solo derisa e non considerata , ma Dio 500 anni fa la trovò talmente bella da renderla immortale nei secoli. Cos’avevo? Cuore, coraggio… ma soprattutto Fede. Abbiateli anche voi oggi e cambierete la storia, esattamente come feci io secoli fa."


 



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